Un paesino abruzzese ricchissimo di cultura e dignità, e con molteplicità di risorse da esplorare
Nel bel mezzo del Parco nazionale della Majella – in Abruzzo – esiste un paese di 280 residenti. In estate si ripopola di gente nativa emigrata in America dopo la guerra; o di persone che, a malincuore, hanno dovuto lasciare le proprie radici in cerca di un lavoro. Stiamo parlando di Cansano, località della Comunità montana Peligna, a 835 metri sul livello del mare.
Situato in provincia de L’Aquila ma territorialmente più prossimo a Chieti e Pescara, all’origine era Canzano. Il nome venne modificato in sèguito, per non farlo confondere con l’omonimo paese in provincia di Teramo. La sua superficie – poco più di 40 chilometri quadrati – si estende ben oltre la piazza del paese, dominata dal Monumento ai caduti, fulcro di incontro fra chi torna con le borse della spesa sottobraccio e chi, in estate, si riabbraccia dopo un anno. Piazza che, da parecchi decenni, ha rubato la scena al vecchio centro storico: una lunga e caratteristica strada un tempo pullulante di negozi. Circa a metà di questa via, si scorgono la vecchia chiesa e i resti di un castello, entrambi non più accessibili dal terremoto del 2009; evento cui i cansanesi hanno reagito con grandissima dignità. La paura è stata tanta, ma hanno prevalso la voglia e il bisogno di continuare a vivere nella quotidianità.
Oggi, come in passato, Cansano offre un panorama suggestivo in inverno e una quiete ristoratrice e riequilibrante nelle altre stagioni dell’anno: chi solitamente vive in città ne apprezza il silenzio; o riscopre la propria giovinezza in un rintocco dell’orologio del Comune. Chi vuole avventurarsi sui monti partendo dal paese, può iscriversi alle caratteristiche escursioni organizzate dalla Proloco. Chi desidera fare una semplice passeggiata può raggiungere la caratteristica stazione, in posizione sopraelevata rispetto al centro. Chi resta in relax, dalle panchine della piazza può godersi vedute uniche nella loro spettacolarità: i monti Porrara e Amaro, per esempio – della catena della Majella –, che si aprono con una veduta da zoom tipica di una cartolina. Anche il Gran Sasso è ben visibile dalle finestre delle case del vecchio centro storico.
Cansano è situata in una posizione geografica strategica: le note località sciistiche di Campo di Giove e Roccaraso si trovano rispettivamente a poco più di 6 e a 25 chilometri di distanza. Inoltre, in mezz’ora scarsa di automobile si arriva a Pescocostanzo; delizioso paese, ricco di patrimonio architettonico e di tradizioni storiche (lavorazione di oro e argento in filigrana, merletti al tombolo e ferro battuto). I coloratissimi fiori che scendono a grappolo da finestre e balconi ricordano molto l’architettura sudtirolese. E, ancora, Sulmona – borgo di origine romana noto per i caratteristici confetti – è raggiungibile in un quarto d’ora di automobile. Chi ama la natura può invece addentrarsi nel vicino bosco di Sant’Antonio, che offre itinerari particolari e ombreggiati.
Nel paese, cultura e tradizione non mancano mai. Ogni anno, in occasione della festività agostana di San Rocco, viene riproposta – da cansanesi vestiti in costumi d’epoca – una rievocazione dei mestieri di un tempo. Inoltre il Centro di Documentazione del paese ospita i reperti provenienti dall’area archeologica di Ocriticum; testimonianze emerse dal terreno nel corso dei recenti interventi di scavo.
E il patrimonio intellettuale non finisce qui. Nel museo – situato nella piazza del paese– si tengono ciclicamente conferenze a tema e presentazioni di opere artistiche e letterarie. Esso è sede di una mostra fotografica permanente di immagini e documenti legati all’emigrazione del secolo scorso. E, considerando il ruolo centrale che questo fenomeno ha avuto proprio a Cansano nel dopoguerra, la vetrina è soprattutto un itinerario ricco di suggestioni: un pezzo di storia come tanti altri che si studiano sui libri di scuola; ma che in questo luogo mostra senza veli l’impatto emozionale che ha avuto realmente sui protagonisti.
Le immagini: una veduta di Cansano, il centro storico, la caratteristica sfilata in costumi d’epoca e i resti del tempio romano nella zona archeologica Ocriticum.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno IX, n. 104, agosto 2014)
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