Le novità del decreto Sviluppo. Scaricabili anche gli interventi all’impianto elettrico.

Emanuela Susmel
Se in casa c’è bisogno di cambiare le finestre i riparare il citofono, è sicuramente questo l’anno giusto per farlo. Chi ha ristrutturato o ristrutturerà il proprio immobile o le parti comuni di un condominio dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 pagherà infatti soltanto la metà del relativo costo, scontando il resto dalle tasse. Il decreto legge n. 83/2012 – cosiddetto “decreto sviluppo” –, approvato dal governo lo scorso giugno, ha infatti elevato l’aliquota prevista per il bonus fiscale dal 36% al 50%. La vera novità del “decreto sviluppo” è però il bonus sugli interventi riguardanti gli impianti elettrici, per i quali non era mai stata riconosciuta un’agevolazione fiscale. 

Fino a 96.000 euro da detrarre per ciascun condomino

Non è finita. Nello stesso provvedimento viene raddoppiato – da 48.000 a 96.000 euro – l’ammontare complessivo delle spese detraibili per ciascuna unità immobiliare. Se l’intervento di ristrutturazione riguarda le parti condominiali, ciascun condomino potrà beneficiare del tetto massimo di spesa: l’importo di 96.000 euro, pertanto, non andrà ripartito.

Non solo per i proprietari

Il bonus fiscale del 50% non è riservato solo ai proprietari di immobili, ma può essere utilizzato da tutti i contribuenti assoggettati a Irpef: proprietari ma  anche inquilini o i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie). 

Cosa scaricare: dai materiali all’Iva

Oltre alle spese strettamente necessarie per l’esecuzione dei lavori, si potranno detrarre le spese di progettazione, quelle per le altre prestazioni professionali connesse, per l’acquisto dei materiali, l’Iva. 

Lavori all’impianto elettrico, ecco quelli detraibili

Quanto agli interventi sull’impianto elettrico, a questo proposito l’Agenzia delle Entrate ha fornito un elenco delle opere coperte dal bonus sulle singole unità abitative. Si va dagli interventi generali di messa in regola degli impianti elettrici (come da decreto ministeriale 37/2008), a quelli di riparazione di impianti insicuri; dai sistemi antifurto alla cablatura degli edifici; dalla sostituzione o installazione di citofoni e telecamere, alle opere finalizzate al risparmio energetico; dalla sostituzione o riparazione di interruttori differenziali all’installazione di apparecchi di rilevazione gas. Potranno essere “scaricati” anche  i lavori per l’installazione di sistemi di comunicazione e robotica per favorire la mobilità dei disabili. Relativamente alle parti condominiali, invece, le opere coperte dal bonus sono la riparazione – senza innovazioni dell’impianto o con sostituzione di alcuni elementi – di allarme e di interruttori differenziali.

Le istruzioni

Come procedere, allora? 
Il 50% del costo per le ristrutturazioni edilizie effettuate può essere detratto dall’Irpef in 10 quote annuali costanti; non è ammesso, ovviamente, il rimborso di somme eccedenti l’imposta dovuta. Nella dichiarazione dei redditi il proprietario dell’immobile dovrà indicare i dati catastali identificativi dell’immobile oggetto della ristrutturazione fiscalmente agevolata. Se chi effettua i lavori è l’inquilino o l’usufruttuario dell’immobile, dovrà invece inserire anche gli estremi di registrazione dell’atto o del contratto in base al quale l’immobile è detenuto. 

I pagamenti e il bonifico “parlante”

I pagamenti, infine. Per portare in detrazione le somme, dovranno essere effettuati con bonifico bancario o postale “parlante”, dal quale dovranno risultare: causale di versamento (con riferimento all’art. 16-bis del TUIR); codici fiscali di chi paga e del beneficiario. Al momento del pagamento, la banca o la posta opera una ritenuta d’acconto nella misura del 4% sull’imposta dovuta dall’impresa che effettua i lavori.

Ultimo aggiornamento: 13/11/12

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