Tempo di crisi: come si stringe la cinghia senza rinunciare a mangiar bene.
Il carrello della spesa si svuota. Gli italiani tornano agli acquisti di 30 anni fa, come rileva l’ultima indagine di Intesa Sanpaolo. Il perché è presto detto: In questo tempo di recessione, milioni di famiglie si trovano a fare i conti con inflazione e aumento dei prezzi, talvolta a fronte di minori entrate finanziarie. Analizzando le spese che concorrono a formare il bilancio familiare, accertato che quelle fisse – mutuo, affitto, bollette – non possono essere tagliate, possiamo intervenire per alleggerire il peso dei costi variabili, primi fra tutti quelli relativi ai generi alimentari.
Il successo dei cibi pronti
Lo sviluppo economico degli ultimi decenni e il crescente impiego delle donne nell’attività lavorativa hanno favorito, nel tempo, un massiccio consumo di cibi pronti: il successo di gastronomie, prodotti surgelati e alcuni alimenti per l’infanzia ne sono la dimostrazione.
Si è inoltre progressivamente diffusa l’opinione che la preparazione casereccia di alcuni cibi – svariati tipi di pasta all’uovo, pizza, torte – sia un retaggio delle generazioni passate. In tempi di crisi economica, questa convinzione dovrebbe lasciare il posto a una sola certezza: aggiungendo pazienza e curiosità agli ingredienti necessari alla preparazione delle ricette prescelte, possono essere preparate artigianalmente pietanze che nulla hanno da invidiare a quelle da acquistare già pronte per la consumazione. I blog, i forum e i siti internet a tema possono offrirci un valido aiuto al riguardo.
Prima di tutto il pane
L’alimento che per primo offre spunti di riflessione è l’unico che non può mancare sulle nostre tavole: il pane. Il costo di quello industriale varia mediamente da 1,5 a 6 euro al chilogrammo, a seconda della qualità e degli ingredienti con cui viene condito: costo tutt’altro che irrisorio per una famiglia che ne consuma un chilogrammo al giorno.
Perché non farlo in casa?
Il pane fatto in casa è una soluzione che concilia genuinità con risparmio, considerando che gli ingredienti per chilogrammo di pane costano all’incirca mezzo euro. Se confrontiamo questo dato con il prezzo pagato per l’acquisto di quello industriale, il risparmio medio per chilogrammo di prodotto si aggira sui 2 euro: pertanto, un nucleo familiare che ne consuma quotidianamente un quantitativo simile può risparmiare più di 700 euro in un anno.
A chi non ha la pazienza di fare l’impasto a mano suggeriamo l’utilizzo di una macchina per il pane – che amalgama gli ingredienti ed eventualmente cuoce il pane in un unico programma – il cui uso è già piuttosto diffuso in Germania e in Gran Bretagna, ma che anche in Italia comincia ad affermarsi.
Svariati modelli e marche
In commercio se ne trovano di svariati modelli e marche, con un prezzo medio che va dai 50 ai 130 euro: l’investimento, che può apparire oneroso, viene ammortizzato mediamente in meno di un anno se l’elettrodomestico viene utilizzato regolarmente.
Al costo degli ingredienti da acquistare occorre aggiungere quello, irrisorio, per il consumo dell’energia elettrica: la macchina raggiunge la sua potenza massima – circa 800 W, a seconda dei modelli – nella fase di cottura mentre ha un consumo più basso durante l’impasto e la lievitazione.
E ci si può impastare anche la pizza
La macchina consente di preparare il pane secondo gusti ed esigenze personali divenendo uno strumento necessario per chi è affetto da celiachia, nonché vari tipi di impasto fra cui quello della pizza. È inoltre un ottimo antidoto – in alternativa alla preparazione manuale dell’impasto – per combattere la tentazione di cedere, in tempi di crisi economica, alla rinuncia di ciò che viene considerato un surplus: il costo sostenuto per svago e divertimento.
Ultimo aggiornamento: 13/03/12
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