Bologna, 3 Agosto 2011
“Con la fantasia puoi esplorare mondi sconosciuti; puoi perfino arrivare a toccare la luna con un dito, senza pentirti mai di essere partito.”
Penso che ciascuno di noi abbia un patrimonio di fantasia dentro l’anima e che il motivo per cui non riesce eventualmente ad esprimerlo debba essere ricercato in una mancanza di tempo o nel non aver ancora compreso sotto quale forma esso potrebbe spiccare il volo.
C’è chi, tenendo ancora un pennello fra le dita, esplora un mondo, a lui dapprima sconosciuto, nelle sfumature dei colori di un dipinto che ha appena creato; chi scopre una strada che via via si illumina nelle trame di un intarsio d’argento che ha appena cesellato; chi ritrova se stesso in una creazione artistica, qualunque essa sia, nella quale, per un lungo tempo, si è immerso con anima e corpo.
Io, i miei mondi sconosciuti, li ho esplorati scrivendo: ho percorso un viaggio fantastico, entrando nei vestiti e nella mente dei personaggi che ho creato, avventurandomi nelle loro storie. Ho sofferto e gioito insieme a loro; ho corso nel verde prato verso la libertà insieme alla protagonista del romanzo, eppure le mie scarpe non si sono consumate, né i miei vestiti si sono bagnati con la pioggia.
Ho gridato a squarciagola senza perdere mai la voce; ho provato la vergogna del tradimento pur senza tradire.
Il mondo che ho esplorato, quel meraviglioso mondo, mi ha magicamente permesso, qualora dovessi o lo volessi, di tornare alla mia vita, quella che sono orgogliosa di vivere ogni giorno, e di farmi apprezzare la ricchezza delle piccole cose che avevo sempre sottovalutato e dato per scontate ma che, in realtà, non lo sono affatto.